Oggi il nome Dom Pérignon è associato a uno dei marchi di champagne più famosi ed esclusivi al mondo, ma le origini di questa bevanda risalgono alla straordinaria inventiva del monaco benedettino da cui essa prende il nome e che, secondo la tradizione, fu il primo inventore dello champagne come oggi lo conosciamo. Dom Pérignon era un giovane frate che intorno al 1660 svolgeva nell’abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, in Francia, la funzione di cellerario, cioè di tesoriere ed economo, nonché addetto alla dispensa. Grande appassionato di enologia, l’abate Pérignon prese molto sul serio il suo ruolo, e inventò un procedimento per trasformare il vino in quello che oggi tutti chiamano champagne.
Alcuni dicono che fu per caso, altri per errore, ma Dom Pérignon non si limitò a invenzioni fortuite. I suoi studi sulle uve e sulle coltivazioni enologiche sono arrivati fino ai giorni nostri, accuratamente trascritti dal monaco nelle sue memorie. Secondo la tradizione, al monaco si deve la scoperta del cosiddetto “metodo classico” (o methode champenoise) per creare lo champagne: la rifermentazione in bottiglia dei vini, tramite introduzione di zuccheri o lieviti, che crea la tradizionale pressione, ossia le caratteristiche bollicine. L’anidride carbonica sprigionata dalla fermentazione (presa di spuma) rimane infatti intrappolata nel liquido imbottigliato, rendendo così il vino frizzante: è grazie a questa scoperta se oggi nel mondo brindiamo stappando lo champagne come augurio di buona fortuna, salute e strabilianti invenzioni, come quelle di Dom Pierre Pérignon.